Ultimamente mi sono fermato tanto a riflettere, a pensare, a fare viaggi mentali interminabili che puntualmente finivano col tornare al punto di partenza. In zona rossa, d’altronde, il tempo per immergersi nei pensieri non mancava. Anzi, probabilmente era fin troppo. Forse però sono giunto a una conclusione, una conclusione che al solo pensiero mi attanaglia lo stomaco e alla quale mai sarei voluto giungere. Ho come la sensazione che ci stiamo abituando tutti a vivere questa “non-vita”. Mi spiego. È come se ci stessimo abituando al fatto che la nostra vecchia normalità ci è stata sottratta per sempre. Stiamo iniziando ad abituarci a considerare le mascherine, il distanziamento e il numero giornaliero dei contagi come la nostra nuova normalità. Stiamo perdendo la memoria di cosa la nostra vita fosse prima dell’arrivo di questa catastrofe, stiamo perdendo il contatto con la nostra esistenza e la voglia di lavorare per raggiungere i nostri obiettivi e realizzare i nostri sogni. È come se non fossimo più noi a vivere le nostre giornate, ma le giornate a scorrere passivamente su di noi. Ma la cosa più surreale è che ci stiamo progressivamente dimenticando come si sogna. Non possiamo accettarlo. Non possiamo stare con le mani in mano e farci rendere deboli. Perchè voi, tutti voi, siete forti, fortissimi. Ed è per questo che io vi rivolgo un appello: Vi prego, non abituatevi. Conservate vivo dentro di voi il ricordo di quanto la vita sia meravigliosamente preziosa, perché ve lo giuro, arriverà un giorno in cui tutta questa tristezza sarà solo un brutto ricordo, e potremo recuperare tutto ciò che ci è stato sottratto. Arriverà. E sarà bellissimo.
Salvatore Sanfilippo, V^N
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