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OGNUNO HA I SUOI DEMONI

Ho i miei demoni e non ho paura ad ammetterlo. Eppure non ne ho mai parlato a viso aperto con quasi nessuno, per me è più facile tenerli dentro perché so che non interesserebbero, mi esporrei inutilmente. Queste paure, queste insicurezze, non sono causate da eventi particolari, ma da circostanze ricorrenti che col tempo hanno lasciato il segno nel mio essere e aperto delle ferite che temo non si rimargineranno mai. Ritengo che l’80% di quello che oggi sono sia una conseguenza dei traumi che ho subito.

Per anni ho vissuto con delle persone completamente diverse da me, persone che non si trovavano sulla mia stessa lunghezza d’onda. Immagina passare i momenti più importanti della tua vita con amici che non consideri amici, di sentirti solo in mezzo alla folla. Pensavo di essere io quello sbagliato, di dover essere io ad adeguarmi a loro, e non puoi capire quanto mi sia sentito inadatto, come se fossi la pecora nera del gruppo. E pensare che stavo pure riuscendo ad adeguarmi, a trasformarmi in un tipo di persona per cui oggi provo ribrezzo. Ma in verità non erano neanche loro a dover cambiare. La cosa da fare era allontanarsi prima che la ferita si aprisse. Tuttavia ero ancora un bambino, avevo bisogno che qualcuno mi porgesse una spalla su cui piangere, cosa che non mi è mai stata offerta. Non perché le persone accanto a me si rifiutassero di aiutarmi, ma perché apparivo come in verità non ero, e non c’è stato nessuno che si è sforzato di interessarsi a me quando io stavo passando il periodo peggiore della mia vita. Adesso ne subisco le conseguenze: ho problemi a relazionarmi e a integrarmi in nuovi gruppi, nei quali mi sento come un eterno spettatore che non viene mai chiamato in causa; raramente riesco a fidarmi degli altri e a concedermi interamente a loro; provo una costante paura di dire o fare qualcosa, di non apprezzato e di rovinare tutto quello che ho costruito.

Tuttavia sono sicuro di non sbagliare quando dico che tutti hanno i loro demoni. Anche tu che stai leggendo proprio in questo momento ne hai qualcuno, vero? Qualcosa che ti mangia dentro, qualcosa che non ti fa dormire la notte, qualcosa per cui pagheresti oro pur di liberartene. E non tutti, nemmeno io, riescono a farle uscire da quella gabbia che hanno costruito loro stessi. Neanche la società odierna ci aiuta: a nessuno importa delle tue emozioni e per questo devi essere forte. Invece è giusto l’esatto contrario: sono le stesse emozioni che muovono il mondo e che ci spingono a fare ogni cosa. Amore, odio, tristezza, gioia, dolore e tutte quei sentimenti a cui non riusciamo a dare un nome ci identificano come esseri umani. E come esseri umani abbiamo il dovere di sostenerci a vicenda, perché non siamo fatti solo per sopravvivere, ma per vivere, per vivere felici insieme.

Perciò, ti lascio un compito: apriti, ascolta e fatti ascoltare, trova chi ti comprende e ti accetta. Trova un appoggio quando stai per cadere e offrilo a chi sta cadendo a sua volta. «Nessuno di noi è giunto dove è unicamente per essersi issato da solo. Siamo qui perché qualcuno si è chinato e ci ha aiutato» disse Thurgood Marshall, giurista statunitense. Il raggiungimento della felicità non è una gara individuale, ma uno sport di squadra: tutti si adoperano alla realizzazione di un obiettivo e se un compagno cade tutti sono pronti a rialzarlo e a lottare più forti di prima.

Se sei arrivato fino a qui ti ringrazio infinitamente perché vuol dire che sei uno dei pochi che conosce il mio demone più grande. Non sai quanto mi sento felice solo al pensiero. Un’ultima cosa: ti consiglio vivamente di andare a guardare il video su YouTube di Rick DuFer intitolato “I demoni degli altri”, fa una stupenda riflessione sull’argomento che spero ti faccia aprire ancor di più gli occhi.

Grazie ancora

 

Antonio Lentini 4N


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