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VACCINO PER L'HPV: NUOVO SVILUPPO PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO ALLA CERVICE

Eleonora Russo

 


Per cancro s’intende l’insieme di più di duecento malattie, caratterizzate da un’enorme crescita cellulare libera dai meccanismi di controllo dell’organismo. Queste malattie sono condotte da più mutazioni del DNA, che portano a una divisione cellulare incontrollata fino ad arrivare alla formazione vera e propria di un tumore, che avviene dopo molto tempo, così da alterare la morte cellulare programmata, la cosiddetta apoptosi.

In Italia, il cancro della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Il fattore di inizio di questa neoformazione è rappresentato dall’infezione persistente da Papilloma virus (HPV), a trasmissione sessuale. La maggior parte delle infezioni da HPV si risolve spontaneamente, grazie all’eliminazione spontanea del virus da parte del nostro sistema immunitario, ma le poche infezioni persistenti sono considerate responsabili della totalità dei tumori della cervice uterina, e di una quota in crescita di altri tumori più rari.

Il Pap-test, da quando è stato introdotto negli anni Cinquanta, ha permesso di ridurre drasticamente l'incidenza e la mortalità del cancro alla cervice uterina, quanto meno nei Paesi ad alto reddito, ed è tutt’ora di fondamentale importanza.

Il cancro alla cervice resta però una gravissima causa di malattia e morte per le donne nei Paesi più poveri, dove i programmi di screening non raggiungono ampie fasce della popolazione e dove si verificano l'85 per cento dei casi e l'87 per cento dei decessi del totale mondiale.

Negli ultimi anni al Pap-test si è affiancato, e, a seconda delle strategie, a volte lo ha sostituito, un esame per identificare sulla superficie del collo dell'utero la presenza di DNA di papillomavirus (in sigla HPV-DNA test).

Con il vaccino, però, l'infezione si può prevenire, dato che è efficace contro i ceppi del papilloma umano (HPV) responsabili della maggior parte dei casi di tumore.


Dopo questa premessa, potremo passare al nuovo studio condotto per salvaguardare le donne da questo cancro. I ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia hanno scoperto che il vaccino HPV, è in grado di abbassare il rischio del tumore dell’88%. Lo studio, che comprendeva test di screening ginecologici condotti su tutte le donne dello stato nordico lungo un periodo di trentasei anni, ha mostrato che la possibilità di sviluppare il cancro della cervice è maggiore per le donne immigrate che vivono in Svezia. I risultati dello studio sono stati riportati sull'International Journal of Cancer.

Il team ha analizzato i dati relativi a 1.7 milioni di donne nel corso dello studio: a mezzo milione era stato somministrato il vaccino. Oltre al notevole calo del rischio per le ragazze in età scolare, i ricercatori hanno rilevato anche il 50% in meno delle probabilità di sviluppare il tumore per le donne adulte.

Sulla base dei risultati dello studio, condotto dal 1968 al 2004, sono state trovate significative differenze nelle donne provenienti dagli stati nordici e dall'America centrale. I ricercatori hanno scoperto che le differenze sono legate alla variazione nell'incidenza mondiale del virus, che è un fattore di rischio chiave del cancro della cervice. Il risultato mostra inoltre che la proporzione dei casi della malattia era più bassa tra le donne che si sono stabilite in Svezia in confronto alle donne che sono rimaste nei loro rispettivi paesi.

«Le ragazze che hanno ricevuto il vaccino da giovani sembrano essere più protette, probabilmente perché hanno meno possibilità di essere esposte all’infezione HPV», ha dichiarato Pär Sparén, il responsabile dello studio. «La nostra ricerca indica che il vaccino può significativamente ridurre il rischio di cancro cervicale, soprattutto se somministrato ad una giovane età. I nostri dati sono fortemente a favore a continuare a somministrare il vaccino a bambine e adolescenti attraverso i programmi di vaccinazione nazionale».

Fonti:

I numeri del cancro 2020, AIRTUM

 

Eleonora Russo, II^G

 
 
 

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