1885. Il numero di studenti della nostra scuola, penserai. Quasi dai, siamo pochi di più. 1885 è il numero di persone morte in mare tentando di raggiungere l'Italia dal Nord Africa nel 2019. Negli ultimi due anni, quante volte abbiamo sentito parlare di sbarchi avvenuti sulle nostre coste? Poche, forse un paio. Pensiamo ora a quando ne abbiamo sentito parlare da quando è scoppiata l'epidemia di Covid-19... mai. Almeno fino a qualche giorno fa, quando ho letto il preoccupante titolo di un articolo. Un barcone colmo di migranti, persone, proprio come noi, è naufragato nel canale di Sicilia, e l'unica nave pronta a salvare i naufraghi era una ong: Open Arms. Una sola, una sola nave per salvare più di cento persone. Di coloro che erano su quel gommone, almeno sei sono morti. Pensate quel gommone come il vostro corso a scuola, il corso G nel mio caso. In totale ci saranno circa 120 studenti. Ora, immaginate che tutti questi alunni salgano su un gommone, e questo affondi. Per fortuna c'è una nave che sta arrivando per soccorrerci, ma ormai per alcuni è troppo tardi. Già, alcuni sono annegati... non sapevano nuotare, oppure sono solo stati sopraffatti dal mare mosso. E se una di queste sei vittime fosse il vostro compagno di banco? Oppure il vostro amico più caro, vostro fratello che vi ha seguito nella stessa sezione... Basta immaginare. Tutto questo è realtà. E la prova ne è Bangaly, un bambino di sei anni salvato da Open Arms, proprio nella missione di qualche giorno fa. Bangaly dopo essere stato portato sulla nave della ong, ha subito chiesto ripetutamente al padre dove fosse la madre, fino ad ottenere da una voce fioca e spezzata di un'altra donna salvata dal naufragio un’unica risposta:" Ancora in mare".
Affidandoci alle percentuali, è come se uno studente di ogni classe morisse annegato nel Mediterraneo, e il suo corpo rimanesse negli abissi del mare. No. Questo non va bene, non è giusto. Non è giusto che in tutto il Mediterraneo ci sia solo una ong pronta a salvare da morte certa i migranti, a causa di una politica internazionale che punta sempre di più a "disincentivare" azioni come quelle della Spagnola Open Arms, bloccandole e condannandole. Ma soprattutto, non è giusto che l'attenzione dei media sia posta su altre problematiche. Provate, quando possibile, a comprare il giornale. Sfogliatelo, finchè non trovate un articolo su questo argomento, e ritagliatelo. Fate questa operazione per qualche giorno, e poi prendete l'articolo ritagliato, sempre che lo abbiate trovato, sulla prima pagina del giornale. Se, come me, siete fortunati, noterete che ogni giornale ha trattato questo argomento. Andando però a confrontare lo spazio dedicato a questo articolo, rispetto a molti altri, vi accorgerete, come mi è già successo, della dura verità: rispetto alla maggior parte degli altri articoli, a queste tematiche vengono dedicate spazi giornalistici davvero piccoli. Secondo voi, è giusto fare finta che questo problema non ci riguardi e che sia ormai solo acqua passata? Secondo me no, perché a prescindere dai propri ideali politici, oltre alle leggi del proprio stato, è giusto fare il possibile per salvare delle persone che stanno scappando da un qualsiasi motivo di malessere, sia questo politico, economico o sociale. Non è giusto perché oltre alle norme dei singoli stati vi sono delle leggi superiori che vanno rispettate, come la legge del mare, che obbliga chiunque ne abbia la possibilità di aiutare chi si trova in una situazione di pericolo, di salvarlo e di portarlo nel porto più vicino in caso abbiano necessità di cure mediche, e nessuna legge di qualsiasi stato o organizzazione internazionale può impedirlo.
È questa la società in cui vogliamo vivere il nostro futuro, in cui le verità scomode vengono sminuite per far posto a qualche post propagandistico di un politico?
Francesco Benfratello, V G
Commentaires