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LETTERE ALLE STUDENTESSE E AGLI STUDENTI

La Preside e alcuni professori hanno deciso di rispondere alla nostra lettera.


Care ragazze e cari ragazzi,

il Collegio dei docenti riunito in seduta straordinaria in data 29 aprile 2021 ha letto la vostra

accorata e splendida lettera che ha molto apprezzato nella forma e nel contenuto.

Avete perfettamente ragione nel dire che questo difficilissimo anno scolastico che volge al termine ha messo a dura prova tutta la comunità e ha visto compatti studenti e docenti nell'affrontare giorno per giorno la paura, l'incertezza, i continui cambiamenti organizzativi. Siete tutti stanchi e siamo tutti stanchi. Il rientro in presenza e l'approssimarsi della fine dell'anno scolastico hanno finito per aumentare lo stress del lavoro scolastico nello sforzo di recuperare il tempo perduto e la necessità di acquisire elementi di valutazione in vista degli scrutini.

Per prima cosa desidero sottolineare che siamo tutti consapevoli delle priorità del momento e nessun docente guarderà alla singola verifica o compito nella valutazione finale. I momenti di verifica servono a capire (a voi e ai docenti) a che punto è il processo di apprendimento e cosa ancora si può/deve fare per approfondire, consolidare, chiarire la disciplina. Non dovete fare l'errore di attribuire un peso rilevante alla singola prestazione, anche se molto negativa perché si tratta di fasi, tappe di un percorso che non è mai rettilineo e lineare, oggi più che mai.

Vi assicuro che quotidianamente i vostri docenti vi osservano per capire, soprattutto, come state e quale è il vostro stato d'animo, intervenendo e anche riportandovi con forza allo studio, all'impegno scolastico ma senza perdere di vista la vostra crescita armoniosa e la costruzione di identità forti e resilienti. Scopo della scuola non è soltanto istruire ma, soprattutto direi, formare cittadini capaci di compiere scelte e di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale del paese.

Per questo vi invito a non smettere di dialogare con i docenti e a rappresentare le vostre esigenze senza timidezze e timori. Loro sapranno ascoltarvi e troveranno insieme a voi la soluzione alle difficoltà di studio e personali. Vi ricordo anche che è attivo lo sportello di psicologia scolastica con la dott.ssa La Barbera e lo sportello di ascolto dei docenti del gruppo di lavoro per l’inclusione.


Di seguito i link utili del sito .


https://liceocannizzaropalermo.edu.it/gli-gruppo-di-lavoro-per-linclusione/

https://liceocannizzaropalermo.edu.it/2020/12/04/modello-richiesta-attivazione-supporto-

psicologico-circolare-docenti-n-148-studenti-n-106-ata-n-25/


In allegato alcuni messaggi dei docenti.


Resistiamo uniti.

La Dirigente Scolastica

Anna Maria Catalano

 

Cara Preside, 

la lettera degli studenti è molto bella,  aggiungerei commovente per le considerazioni

sul difficile momento che tutti quanti stiamo vivendo e per il tono  di comprensione e

stima avuto  nei nostri confronti. . Le richieste di verifiche organizzate in modo

razionale sono più che ragionevoli e devono essere  accolte pienamente. Io direi

personalmente ai ragazzi che proprio in vista della fine  dell'anno scolastico, noi

professori ci impegneremo a mantenere vivo il dialogo con con "tutti" gli allievi su

basi di fiducia per rendere meno drammatici questi passaggi connessi alle verifiche e

alle  valutazioni. La situazione di emergenza scolastica ha cambiato anche noi e

soprattutto il nostro modo di insegnare e anche di valutare. Penso che quando si

ripristineranno condizioni vicine alla normalità, sia doveroso aprire tra noi insegnanti

uno spazio di riflessione su tutti i diversi aspetti in cui è scandita la nostra

professione: dall'insegnamento, alle verifiche, alle valutazioni  e alle nostre difficoltà

ad instaurare un autentico dialogo con gli allievi senza l'eterno timore di essere

raggirati o ancora peggio ridicolizzati.  C'è in ciascuno di noi un sistema consolidato

di abitudini e diffidenze che forse ci impedisce di cogliere e quindi di valorizzare le

molteplici sfumature che compongono le personalità degli alunni. Forse è giunto il

tempo di far cadere una serie di sicurezze e pregiudizi che la didattica a distanza ha

esasperato, per diventare sicuramente più vulnerabili, ma soprattutto maggiormente

disponibili rispetto ai bisogni degli studenti..

Con stima, Claudio Lentini

 

Cari ragazzi,

 

- capisco  i sentimenti di smarrimento e di frustrazione  che  hanno accompagnato tutti noi

in questi lunghi mesi  e che ci hanno resi tutti più fragili  ma, nel contempo,  comprendo 

anche la risposta, probabilmente  inadeguata e maldestra, di molti di noi docenti per

questo  ritorno alla "normalità". 

Infatti per molti di noi ,  ritornare alla  normalità significa recuperare un'idea di scuola

tradizionale, immutata nel tempo, rassicurante.  In questo modo, "come ogni anno";

accade che: siamo a maggio , è la fine dell'anno e bisogna tenere  ritmi di lavoro serrati in

vista della della chiusura.  Da prassi si  procede con le verifiche, plurime, differenti e

differenziate, e con la conclusione dei programmi che, sebbene sulla carta non esistano

più da tempo,  nel nostro immaginario  sono  dei pilastri fondamentali a cui non si può

derogare in alcun modo. 

Solo che non siamo come ogni anno ..... dentro questo anno ci sono e ci sono state tante

altre cose che hanno modificato irrimediabilmente  i rapporti e le persone...

Non siamo insensibili ( voglio crederlo)  ma  piuttosto solo desiderosi di ritornare a fare  il

nostro lavoro con  modalità e linguaggi che si stanno rivelando prevalentemente 

inopportuni, inadeguati e inefficaci.....

Nel contempo farei  notare ai miei ragazzi che ritornare alla normalità è anche provare a

recuperare i tempi della scuola,  tempi ciclici  e stagionali, e che vedono nel mese di

maggio il momento della raccolta ( normalità non è quindi solo la settimana dello studente o l'assemblea mensile).

 La mia, pertanto, lungi dall'essere  una giustificazione  è piuttosto una lettura , a tratti

farraginosa ma sicuramente diversa, di quello che sta accadendo in questi giorni in molte,

tante scuole ..... per questo direi loro che non esiste una ricetta  per venirne fuori,

nè abbiamo la certezza che possa bastare una lettera o uno scambio di promesse

reciproche per superare posizioni  e atteggiamenti così differenti.  Da entrambe le parti

forse potremmo solo provare  a metterci per una volta da un punto di vista diverso , quello

dell'altro.


Marina Usala

 

Cari studenti, sento di dovervi ringraziare per questa lettera e chiedervi anche comprensione: spesso ci sentiamo molto soli nel nostro lavoro, gravati dalla responsabilità

di preparare i nostri alunni all’ inserimento nel mondo del lavoro, sempre più duro, difficile

e competitivo; di dare loro gli strumenti per affrontare la giungla che sta fuori dalla scuola,

rispondere alle aspettative delle famiglie e degli stessi studenti; spesso riteniamo che le

nostre materie di insegnamento siano le più importanti e formative nel curriculum dei

ragazzi e spesso riteniamo che i problemi dei ragazzi siano banali in confronto ai nostri,

perciò ci affanniamo a fare il più possibile, pretendendo l’ impossibile prima di tutto da noi

stessi e poi anche da loro... Questa richiesta di collaborazione e aiuto la farò mia, ma

chiederei a mia volta comprensione. Questa ansia del fare nasce dal volere proteggere i

ragazzi con lo scudo della preparazione e dell'educazione al sacrificio e all’ impegno, qualche volta però l’ ansia del fare ci chiude gli occhi e il cuore su altro... Questa lettera ci 

fa sentire meno soli e non la si può ignorare. Scriverò un grazie nella chat che ho con i rappresentanti che tutto l’ anno mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e cui spero di avere

trasmesso anche la mia vicinanza e comprensione dei loro bisogni.


Prof.ssa Marisa La Mantia

 

Cari/e ragazzi/e

Rispondo con grande piacere alla lettera che avete indirizzato ai/le vostri/e proff./sse e condiviso con grande senso di rispetto con la nostra Preside. Mi rivolgo a voi come già fatto in precedenza: “…voi figli di questo difficile momento storico-sociale che sembra volere trucemente tarpare le vostre magnifiche ali e approfondire quel fisiologico solco (personalmente lo considero soltanto un magico confine che unisce due metà perfettamente congruenti) che separa nell’immaginario collettivo insegnanti e alunni..” Ho percepito le vostre emozioni, le vostre fragilità, una palpabile sofferenza che talvolta, nel corso di questo difficile e a volte insopportabile anno scolastico, sembrava non lasciare intravedere alcuno spiraglio di vivibilità. E invece vi siete aggrappati con caparbietà alle vostre certezze, all’assoluta convinzione che bisognava restare in piedi e andare avanti; parola d’ordine: “barcollo, ma non mollo”. Come avete detto, siete cresciuti, vi siete fortificati, avete ceduto a momenti di sconforto per poi reagire con tenacia, avete imparato tante cose nuove ( personalmente ne ho imparate tante e me ne avete insegnate tantissime ) e avete apprezzato il lavoro degli insegnanti riconoscendo loro la capacità di esserci sempre, modificando, adattando, ricostruendo con perseveranza i propri interventi. Tanta la stanchezza, troppa la sensazione di solitudine, insopportabile il distanziamento che vi ha tenuto lontano gli uni dagli altri comprimendo emozioni e soffocando desideri. E’ stata, e continua ad essere, una guerra che ci trova allineati sullo stesso fronte, con le stesse armi, con le stesse paure e con le stesse sofferenze, ugualmente esasperati nelle fragilità. Stesso senso del dovere: la vostra generazione sta pagando un prezzo alto, per quanto dovuto, a tutela di chi necessita particolare protezione, la nostra mette in campo estenuanti forme di resistenza per garantire il ricordo del passato e la certezza del futuro.

Encomiabile l’impegno di quanti, tra voi, hanno continuato a lottare trascinando anche i meno volenterosi, comprensibile lo sconforto di chi è stato travolto da momenti di abbattimento,

apprezzabile la vostra sincerità. Raccolgo la vostra garbata richiesta di comprensione, e sono certa che l’ascolto sarà unanime e corale. Abbiate fiducia nei/lle vostri/e proff./sse; li troverete sempre vicini e disponibili, consapevoli di avere un delicato ruolo formativo prima che informativo.

Sinceramente, prof.ssa Raffaella Borruso

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