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L’ANORMALITÀ DELLA QUOTIDIANITÀ

Azzurra Chiarelli

 

Fermatevi un istante, provo a portarvi indietro nel tempo, ripensate a voi, un anno fa, insieme al vostro gruppo di amici. Pensate agli abbracci, le risate, gli scambi di sguardi, i baci…

Torniamo al presente: distanziamento, mascherine, video lezioni, perché tutto questo ci sembra “normale”?

Ormai mi capita spesso di vedere un film con ragazzi che ballano in discoteca o ad un concerto e immediatamente penso: “E la mascherina?” Mi chiedo se potremo mai avere indietro la nostra concezione di normalità, tanto ignorata prima del virus, se torneremo mai ad abbracciare i nostri amici o familiari senza avere paura di contagiarli. Penso a quando sarà disponibile anche per noi questo anelato vaccino, a quando ci diranno: “È finito tutto” e mi domando se sarà così per davvero anche in quel momento.

Sicuramente il Covid-19 mi ha cambiato; ho compreso che prima non davo importanza alle cose belle della vita. Mi sembrava scontato uscire di casa ogni mattina, andare a scuola e passare del tempo con i miei amici. Questa situazione difficile mi ha fatto capire quanto sia bella la vita al di fuori di uno schermo, quanto sia bello abbracciare un amico, sentire il contatto fisico, incontrare persone nuove o semplicemente fare una passeggiata all’aria aperta con la propria famiglia. Prima o poi ritorneremo alla “normalità”, ritornerò tra i banchi di scuola e rivedrò i miei compagni, potrò abbracciare nuovamente i miei amici e tutto sarà quasi come prima. Quello che in questo periodo è sicuramente cambiato è il mio modo di vedere le cose. Durante una semplice passeggiata con le mie amiche mi fermerò a pensare a quanto sia fortunata a poter uscire di casa e potermi godere il mondo.

Vorrei dare questo consiglio a tutti voi: ogni tanto, quando si tornerà alla nostra cara e vecchia “normalità”, fermatevi e pensate a quanto è bella la vita, a quanto siamo fortunati a viverla così com’è. Non date niente per scontato, non posticipate quello che avete intenzione di fare in un determinato giorno, perché potremmo ritrovarci da un momento all’altro in un altro incubo.

 

Articolo di Azzurra Chiarelli III^C

Illustrazioni di Flavia Caputa I^C


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