
In correlazione alle crescenti problematiche sociali è avvenuto un aumento di coloro i quali non credono che tali problemi esistano davvero.
Vengono definiti negazionisti e si tratta di veri e propri movimenti anticulturali, sparsi ormai in tutto il mondo a partire da coloro che non credono nell'esistenza del Covid-19, a chi sospetta un malfunzionamento intellettivo dei nostri encefali causati dalle antenne del 5G, a chi reputa che i vaccini siano soltanto dei veleni che provocano il controllo nelle nostre menti, gestiti da un cartello farmaceutico della Big Pharma, a chi sostiene che la Terra sia piatta.
Il caso più eclatante è sicuramente quello della società complottistica Q Anon, che sospetta l'esistenza di una fitta rete di contatti tra i politici "vampiri", i quali bevono il sangue di bambini spaventati. Tale realtà, molto diffusa negli Stati Uniti, ha portato all'elezione di ben due senatrici repubblicane, sostenitrici di Trump. Anche quest'ultimo non è da meno con le teorie complottistiche; infatti qualche mese fa ha ribaltato la veridicità di una fake news, affermando l'importanza del disinfettante da iniettare nelle vene, come cura alla pandemia.
In realtà, alla base dei pensieri negazionisti, esiste una spiegazione scientifica e psicologica.
Infatti, attraverso una prima lettura, si può affermare come queste insinuazioni siano provocate esclusivamente da un momento di visceralità che sovrasta la razionalità, nei canali informativi umani. Quindi semplificando, il negazionismo si può descrivere come stupidità. Inoltre dobbiamo precisare che al centro della questione non vi è la paura, in quanto psicologicamente essa permette all'uomo di scappare dai pericoli, ma ciò che accomuna tale realtà è più angoscia che paura.
Già nella prima metà del XIX secolo, Sigmund Freud affermava che l'angoscia è "il nulla a cui agganciarsi", perciò i negazionisti sono angosciati dalla mancanza della visibilità del nemico. Oltre a ciò avviene una soppressione della razionalità umana, aizzando lo spirito ribellistico interno a noi. Riprendendo Freud, in particolare per quanto riguarda i tre momenti dello sconforto, si può porre un parallelismo con la negazione, ossia nel dire che ciò che è reale non esiste.
La paura dell'esterno è sicuramente aumentata dalle disinformazioni dei social. Infatti, il dato più tragico è che negli ultimi sedici anni, secondo un rapporto dell'Eurispes, il 15,6% degli italiani sono negazionisti rispetto alla questione della Shoah.
Tale conclusione però non ci permette di trovare il capro espiatorio esclusivamente nei social; già Manzoni nella sua opera più celebre descrive un personaggio, Don Ferrante, il quale afferma che gli astri causino l'epidemia della peste.
È sicuramente vero che la mente umana tende a sopravvalutare le probabilità di un evento basandosi sulla facilità di evocare un'immagine inerente al determinato fatto, ma tale meccanismo mentale non deve indurci a non credere alla scientificità del dato in sé.
Il problema posto potrebbe risultare innocuo, addirittura ridicolo, un problema soltanto per gli anziani fruitori di Facebook, ma dietro di esso in realtà si cela molto altro. In questi casi la problematica più importante è sicuramente la perdita della razionalità umana, che evidenzia come sta avvenendo un vero e proprio decadimento sociale.
Dunque, l'obiettivo di noi giovani sarà quello di prendere le distanze da qualsiasi pensiero irrazionale (negazionista che sia), cercando di essere pronti dubitatori, ma trovando le risposte aderendo il più vivamente alla realtà di ciò che ci circonda, dal momento che il futuro siamo noi.
Alessandro Provenzano, V^L
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