Lo scorso 1 Aprile la regione Puglia ha decretato che, dopo le ore 18:00, non è più possibile acquistare gli assorbenti, a meno che non si dimostri in maniera concreta di avere le mestruazioni.
Non credo sia possibile comprendere come le donne possano dimostrare di avere il ciclo.
Regione Puglia, gli assorbenti sono o no beni di prima necessità?
Nonostante la fervida consapevolazza che mi porta a pensare di poter comprarli prima delle 18:00, mi spingo oltre nel chiedermi perché degli UOMINI politici debbano imporre l’orario per un acquisto di tale genere.
E poi, come dimostrare di avere le mestruazioni?
Calandoci i pantaloni?
Facendovi vedere l’assorbente?
Non capisco, la pandemia vi ha reso folli?
Vi ha portato via il rispetto per le persone, per la donna?
Una mancanza di rispetto simile non è concepibile, specialmente considerando il momento storico che l’intera popolazione mondiale sta vivendo.
Il 2 Aprile - all’indomani del provvedimento regionale - una studentessa, a Lecce, è stata denunciata perché stava acquistando degli assorbenti dopo le 18.
A margine dell’accaduto, la ragazza manifesta tutto il suo disappunto con un aperto post sui suoi canali Facebook:
“Siamo arrivati all’assurdo.
non solo sono considerati ‘beni di lusso’, non solo paghiamo il 22% di Iva, ma adesso devo anche privarmi di un qualcosa di cui io e miliardi di donne abbiamo bisogno ogni mese.
Che facciamo, per questa zona rossa non facciamo venire le mestruazioni?
Sono senza parole.”
Queste sono state le parole scritte da Alessia Ria, studentessa di 22 anni, che non ha potuto acquistare gli assorbenti, in un supermercato di Collepasso, in provincia di Lecce, perché erano passate le ore 18.
Il suo sfogo è stato condiviso sul social è ripreso anche dalla stampa locale, tanto che la Regione Puglia ha corretto in corsa il tiro apportando una modifica nelle Faq dell’ordinanza.
Ipocrisia e falsità alla base di tali scelte, effettuate da persone rese estremamente folli dall’avvento di questa pandemia, garante di un cambiamento più che radicale all’interno della società civile che noi tutti credevamo di conoscere.
Costanza Stassi IV^O