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CI STIAMO MANGIANDO ANCHE I DIRITTI


 

Con i recenti avvenimenti, si sta sviluppando anche una nuova concezione del lavoro, basato sul distanziamento e sulla praticità. Per velocizzare i tempi, molteplici aziende si stanno evolvendo dal punto di vista tecnologico. Infatti molti sistemi, disponibili già oggi, sostituiscono i manager in tutte le fasi come la selezione, l'assunzione e la valutazione tramite monitoraggio. Nonostante ciò possa sembrare semplificativo, dunque un bene per il mondo del lavoro, tali realtà possono alzare delle barriere, ingigantendo le disuguaglianze preposte tra lavoratore ed azienda. Già a partire dal costante sviluppo dello Smart working, con il quale si inizia a concepire la figura del lavoratore "on demand", ossia da retribuire in caso di utilizzo, fino ai rider, dei veri e propri lavoratori precari. In questi ambiti, in crescita soprattutto in questo momento di pandemia, essendo circa 30.000 i lavoratori nel settore del Food Delivery, mancano delle tutele. Infatti alla base dello loro svolgimento lavorativo ci sono degli algoritmi, ossia una successione finita di funzioni con determinati istruzioni, i quali però vanno a scontrarsi con l'empatia presente nelle figure umane aziendali. Attraverso i dati, questi schemi ti retrocedono o ti escludono, se non ti impegni in continuazione, provocando una scarsità nella protezione del lavoratore, il quale neanche può rivolgersi ad un dirigente in carne ed ossa. Oltre a ciò risiede anche il dilemma di quanto gli stessi creatori degli algoritmi siamo in grado di controllare fino in fondo quello che può accadere. È presente un vero rischio di discriminazione ed omologazione, dal punto di vista delle mansioni; infatti in determinati ambiti si manifesta un'agevolazione lavorativa pragmatica, rispetto all'eccellenza.

L'economia informale sta producendo precariato oltre il limite fisiologico, dunque il lavoro digitale deve essere normalizzato e contrattualizzato. Non bisogna essere sicuramente tecnofobici, ma bisogna essere consapevoli che le tecnologie non provocano esclusivamente evoluzione, poiché la semplificazione può portare ad un appiattimento sociale. È sicuramente necessario andare contro ad un consumismo individualistico, il quale ci rende numeri che producono numeri e dati che forniscono dati, empatizzando, a differenza delle macchine, rispetto alle mansioni di ciascuno.


 

Alessandro Provenzano, V^L

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